Benvenuto nel grande classico delle strade bianche, dove il termine “comfort” viene lasciato a casa insieme alla tua voglia di vivere. Altro che Parigi-Roubaix: qui non ci sono pavé, solo sterrati che sembrano usciti da un incubo geologico.

32 tratti di sterrato. O, come li chiamiamo noi, roulette russe di ghiaia. Ogni ingresso è una promessa: “So come ci entro, ma chi lo sa come ne esco?” Se ci metti dentro anche un po’ di fango, vedrai la bici ballare come al Carnevale di Rio, ma con meno samba e più bestemmie.

Il tuo corpo sarà messo alla prova: denti che suonano il morse ad ogni buca, braccia che vibrano più delle casse di un rave, e polmoni pieni di polvere che fanno concorrenza al filtro dell’aspirapolvere di casa.

E il prete aveva ragione: sei polvere e polvere tornerai. Forse aveva in mente proprio questa corsa, solo che non aveva specificato che ci sarebbe stato anche del fango, qualche sassata e probabilmente una crisi esistenziale al decimo chilometro.

Ma perché farlo? Perché la gloria non si conquista sull’asfalto liscio, ma nella battaglia contro la ghiaia che ti sputa in faccia ad ogni metro. Se finisci, sei un eroe. Se non finisci… beh, almeno avrai una bella scusa per lamentarti tutta la settimana.

Stringi i denti (finché li hai) e vai. Qui, si pedala sul serio.