PERCORSO “ONE SIZE”

“ti sembrerà di aver scelto la strada sbagliata… ma solo per i primi 99 km!”

Commento tecnico (ma mica troppo serio) sui dati del percorso, da raccontare ai nipoti… o al fisioterapista

Questo tracciato sembra il risultato di una discussione tra un avventuriero hardcore e un cicloturista amante del comfort. Un mix perfetto di “ti farò sudare” e “rilassati, è quasi una passeggiata”.

Il percorso in pillole:

-Distanza: 100 chilometri. Sufficienti per farti pensare a ogni singolo pasto che hai saltato durante la preparazione.

-Dislivello: 1.310 metri. Non ti farà scalare l’Everest, ma quei 16 muri ti daranno la sensazione di esserci andato vicino.

I Muri

16 salite brevi, ma così ripide che ti sembrerà di scalare una parete d’arrampicata. Alcune pendenze sono talmente cattive che potresti trovarti a rimpiangere l’invenzione della bicicletta. Qui non si scherza: ogni muro sarà una lotta contro la gravità e le tue ambizioni di non mettere piede a terra.

Consiglio tecnico: non guardare mai verso l’alto mentre pedali. Illuditi che la cima sia dietro ogni curva.

Gli sterrati

33 tratti di pura poesia… o tragedia, a seconda della pressione delle tue gomme, che celebrano il vero spirito gravel: polvere, ghiaia e buche che ti terranno impegnato nel tenere la bici dritta e i denti al loro posto. Ogni ingresso nello sterrato è un’avventura a sé: sai come ci entri, ma non hai idea di come ne esci. Polvere? Sicuro. Fango? Probabile. Dignità? Da discutere.

Nota poetica: più che pedalare, sarai protagonista di un ballo su ghiaia. Un’esperienza che farà vibrare non solo la tua anima, ma ogni singolo bullone della bici.

Il dislivello e i dettagli tecnici

Non è il Giro d’Italia, ma quei 1.310 metri sono ben distribuiti per farti lavorare ogni muscolo delle gambe (e forse scoprire muscoli che non sapevi di avere). L’alternanza tra muri e sterrati ti farà rivalutare il concetto di “pausa”.

Punti di forza:

– Alternanza continua tra salita, sterrato e tratti più rilassanti (ma solo relativamente).

-Ideale per chi ama sfidare sé stesso e il proprio copertone posteriore.

Punti deboli:

Potresti terminare con più polvere che entusiasmo.

-Singletrack (100 m – 0,06%): Giusto un assaggio per ricordarti che il gravel può essere anche un po’ “wild”, ma non troppo: è più un aperitivo che una portata principale.

-Sentiero (27,9 km – 27,0%): Qui si comincia a giocare sul serio. Se sei il tipo da “voglio sporcarmi le ruote”, eccoti servito. Saranno divertenti, ma il tuo posteriore potrebbe dissentire.

-Pista ciclabile (5,57 km – 5,4%): Il momento zen del percorso. Pedala tranquillo, goditi il panorama e respira. Non durerà.

-Strada secondaria (21,9 km – 21,2%): Strade così tranquille che potresti incrociare solo un trattore e qualche gallina. Perfetto per una chiacchierata con i compagni di pedalata.

-Strada (47,8 km – 46,2%): Qui si corre sul sicuro. Metti giù watt, ma occhio alle buche: non tutte le strade sono come in Svizzera.

-Strada statale (223 m – 0,14%): Per farti sentire vivo. Sono pochi, ma abbastanza per ricordarti che il traffico esiste.

Superfici

-Non lastricata (23,9 km – 23,1%): L’anima del gravel. Polvere e vibrazioni ti terranno compagnia. Porta con te una preghiera per i copertoni.

-Sterrato compatto (5,19 km – 5,2%): Sterrato premium. Sembra quasi liscio, ma è solo un trucco per farti abbassare la guardia.

-Pavé (523 m – 0,5%): L’omaggio alla Parigi-Roubaix. Giusto un assaggio, così da non mandarti dal fisioterapista.

-Lastricata (28,9 km – 27,9%): Finalmente qualcosa che non sembra un campo di battaglia. Più dura del previsto, ma gentile.

-Asfalto (44,3 km – 42,8%): L’angolo delle riflessioni esistenziali e dei propositi per la salita successiva.

-Sconosciuta (566 m – 0,5%): Qui il mistero si infittisce. Potresti trovare qualunque cosa: ghiaia, sabbia, un ponte di legno, o il nulla cosmico.

Conclusione

Un percorso pensato per il gravelista che non cerca solo una pedalata, ma una vera avventura. È l’occasione perfetta per maledire chi ha disegnato il tracciato, promettere che non parteciperai mai più… e poi segnarti subito alla prossima edizione.

PERCORSO “APERIGRAVEL

la scelta perfetta per chi vuole sentirsi un eroe senza dover smettere di camminare per una settimana

Ti divertirai. O almeno lo speriamo. Qualcuno lo definirebbe “un mix perfetto tra fatica e godimento”.

Noi preferiamo dire che è stato progettato con il giusto equilibrio tra “Che spettacolo!” e “Ma chi me l’ha fatto fare?”.

Il percorso in pillole:

-Distanza: 65 chilometri. abbastanza per dire “ho fatto un bel giro”, ma non abbastanza per prenotare una TAC post-evento.

-Dislivello: 950 metri. il numero giusto per provare soddisfazione… e per iniziare a dubitare delle proprie scelte di vita.

 I Muri

Abbiamo fatto una selezione accurata: solo 11, ma quelli giusti. Un bel campionario di rampe pronte a testare la tua resistenza, il tuo orgoglio e la tua scelta di rapporti. C’è il classico “Sali e spera”, il “Non può essere così ripido” e il temibile “Perché la ruota davanti si alza?”.

Gli sterrati

Solo 10 perché vogliamo preservare la tua schiena per il resto della stagione. Non aspettarti trattori che spianano il terreno: qui è tutto autentico, vibrante e – diciamolo – decisamente gravel.

Il dislivello e i dettagli tecnici

950 metri di dislivello? Sì, non è il Giro d’Italia, ma è comunque sufficiente per farti rivalutare il tuo concetto di “gamba allenata”. Ogni tratto è studiato per farti lavorare tutti i muscoli… anche quelli che pensavi fossero in pensione.

Punti di forza:

Un test perfetto per chi ama il gravel e odia la noia.

Punti deboli:

Il fisioterapista potrebbe diventare il tuo nuovo migliore amico.

-Singletrack (430 m – 0,3%): Un assaggio di “wild gravel”. Giusto per non farci mancare nulla.

-Sentiero (12,9 km – 19,8%): Il momento in cui il gravelista sorride e il cicloturista si chiede dove ha sbagliato nella vita.

-Pista ciclabile (1,56 km – 2,4%): Il tuo momento zen. Pochi minuti di pace prima del caos

-Strada secondaria (10,7 km – 16,4%): Qui trovi solo trattori, galline e altri gravelisti in cerca di respiro.

-Strada (39,4 km – 60,4%): Il tratto “safety first”. Ma non rilassarti troppo, la prossima salita ti aspetta al varco.

-Strada statale (210 m – 0,2%): Giusto per ricordarti che esiste un mondo là fuori. 

Superfici

-Non lastricata (11,2 km – 17,2%): L’anima del gravel. Se non hai mai parlato con i tuoi copertoni, qui comincerai.

-Sterrato compatto (1,95 km – 3,3%): Quello che sembra liscio… finché non lo pedali.

-Pavé (520 m – 0,4%): Un piccolo omaggio alla Parigi-Roubaix, perché ci piace complicarci la vita.

-Lastricata (16,6 km – 25,5%): L’illusione del comfort. Sembra facile, ma non lo è.

-Asfalto (34,2 km – 52,5%): Qui pensi, rifletti e recuperi (forse).

-Sconosciuta (724 m – 1,1%): Un piccolo mistero nel percorso. Potresti trovare ghiaia, sabbia o… la tua nuova filosofia di vita.

Conclusione

Un percorso per chi cerca un’avventura vera, con il giusto mix di fatica e soddisfazione. Perfetto per chi vuole una sfida, ma anche per chi vuole una scusa per un lauto ristoro finale. Pedalerai, soffrirai, riderai… e alla fine, tra un sorso di birra e un piatto di pasta, prometterai che non lo farai mai più. Fino alla prossima edizione.